Racconti

“Sottopelle” di Chiara Guerri

Sabato 19 settembre, 6:00

Clara apre gli occhi e mette a fuoco le quattro pareti che proteggono il mattino stropicciato. Abbandona un ultimo sbadiglio sopra alla federa di fiori di pesco e inizia pian piano a esplorare la geografia del corpo. Punta le braccia verso l’alto, irrigidite, fino ai polpastrelli che tornano a tuffarsi sotto alle onde generate dalle pieghe delle lenzuola. I palmi sono freschi anche se il termostato è rimasto acceso per tutto il russare della notte. Sfiora i minuscoli rossori disegnati dalla mascherina chirurgica sulle guance poi sfiora le labbra con le dita bagnando l’indice sulla punta della lingua. Il risveglio dell’eccitazione sfrigola sulle papille mescolandosi alla saliva umida. Porta le mani al petto. Lo sente sollevarsi mentre i polmoni si allargano per incamerare il ritmo dell’eccitamento crescente. I capezzoli sono turgidi. Li accarezza e li preme come piccoli interruttori che innescano vibrazioni diffuse al basso ventre. Allunga un braccio nascosto dal pudore delle coperte. La mano distende la pelle pulita del Monte di Venere, massaggia le piccole e le grandi labbra tra le falangi e preme sul clitoride risvegliandolo ritmicamente. Strofina i piedi, le gambe si incontrano e catturano la vibrazione più intensa trattenendola tra le cosce strette. «Tommaso, resta con me…» Clara ansima riempiendo di mugolii leggeri gli spazi tra i ritagli di luce tenue della stanza. Le punte dei piedi tirate, le gambe lisce in tensione, il ventre vibra. Clara trattiene il respiro per qualche frazione di secondo rilasciandolo poco dopo in gocce di piacere fluide e calde. Abbandona la contrazione dei muscoli e ammorbidisce il sedere sopra il piccolo laghetto di nettare assorbito dal lenzuolo fiorito. Inspira profondamente rigirandosi sul fianco destro in posizione fetale. Resta aggomitolata per dieci minuti, il tempo di attesa del ricordo delle parole di Tommaso che dormono ancora. Un’eco vitale nello spazio vuoto e freddo al suo fianco nel letto: «Ehi, buongiorno…»

Domenica 20 settembre, 8:00

Tommaso avvicina l’indice e il medio e li infila dentro alle mutandine bordate di pizzo nero di Clara. Si appoggia al clitoride e con un leggero sfregamento continuato sente inumidirsi le dita.
«Sei bagnata, mi piace»
«Sei tu…»
«…Mi ecciti». Tommaso assaggia il sapore di Clara e la avvicina a sé tirandola per l’elastico stretto attorno alle ossa del bacino. La porta al ventre tenendola salda e sicura tra le mani grandi. Il rigonfiamento delle mutande blu preme su di lei strusciandosi con la voglia di farsi largo tra le gambe morbide.
«Si vede.»
«Cosa?»
«Che mi vuoi.»
Clara alza un sopracciglio, sorride con malizia e dischiude le labbra. «Da cosa si vede?» Sussurra.
«Ti sento. Sei tutta bagnata…»
Tommaso si aggrappa alla carne dei suoi fianchi e le addenta il labbro inferiore. Clara abbassa lo sguardo color cioccolato sul pube che preme inumidito tirando le maglie del cotone degli slip.
«Vorrei…»
«Anche lui.»
Le dita di Clara si introducono leggermente all’interno degli slip, li discostano dalla pelle animata da brividi che attraversano le cosce e i polpacci. La pelle d’oca accompagna gli slip che si sdraiano sul pavimento. Tommaso li allontana con un piede, vuole essere saldo a terra, a Clara e ai suoi piccoli seni che lo guardano e chiedono di essere addentati. Le mani giocano a unire i nei sulla sua schiena e navigano sul filo della cute vellutata. Si abbassa avvicinandosi al seno e disegna vaste pennellate con la lingua. Il respiro ancora più frammentato, accaldato e profondo. Addenta piano un capezzolo indurito, lo trattiene e lo stuzzica tra le labbra, lo lecca. Clara freme ed espira eccitata. Appoggia una mano sul suo petto con una pressione decisa che gli fa perdere l’equilibrio. Tommaso atterra sul bordo del letto, si sistema, le porge i palmi e con un sorriso la invita a sedersi sopra di lui. Clara afferra le mani, le ginocchia strusciano sul piumino soffice e fascia il suo collo con le braccia. Si appoggia al glande, lo bacia con le grandi labbra e lo sospinge con desiderio dentro di sé. I loro corpi sono una costruzione inseparabile a incastro perfetto. Clara muove la bramosia con intensità crescente e i capelli mossi ondeggiano ribelli tra l’odore del sesso che riempie la camera. I muscoli vaginali stretti attorno al corpo del pene di Tommaso trasportato a occhi chiusi dalla ventata animalesca di Clara.

«Sei selvaggia.»
«Mi piaci.»
«Anche tu.»
«Non voglio perder…»
«Siamo qui.»
Tommaso interrompe il flusso delle parole di Clara con l’indice che sutura la tristezza vibrante nelle labbra.
«Sì…sì, siamo qui…domani…» Clara prende il suo viso tra i palmi, lo bacia.
«Siamo qui, Clara» Tommaso contiene e stringe i suoi pensieri tra le braccia imperlate di sudore.
Restano intrecciati.
È una domenica pigra, lenta, ammantata dall’odore di scambi di sesso intensi che coprono i pori e si innestano sottopelle penetrando come frecce nei tessuti del cuore.
«Sono qui, non mi perderai»

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